giovedì 15 settembre 2016

I robot ci ruberanno il 6% dei posti di lavoro entro 5 anni

I robot sostituiranno il 6% di tutte le occupazioni americane entro il 2021, stando al nuovo report di Forrester pubblicato da Bryan Hopkins, e pare che il loro arrivo sia inarrestabile.

Molte società tecnologiche stanno puntando massicciamente sull'intelligenza artificiale, e nello specifico su particolari tipi di algoritmi "auto-apprendenti" che possono compiere delle scelte sulla base delle attività pregresse. Si tratta di algoritmi che diventano sempre più affidabili e precisi nel corso del tempo senza che nessuno sviluppatore o tecnico debba interagire in alcun modo. Algoritmi che società come Google, Facebook, Microsoft e Apple utilizzano ormai da tempo in maniera proficua, ma che potrebbero avere effetti devastanti nel mondo del lavoro già nei prossimi anni.

In molti casi l'IA è molto più efficiente ed efficace di un essere umano. Un concetto semplice, quanto difficile da digerire. L'acquisto di un "robot", ovvero di un sistema automatizzato, include una spesa iniziale più cospicua ma nel corso del tempo è certamente più economico da mantenere rispetto a un dipendente. In più, per molti incarichi l'IA è decisamente più efficace: in alcuni ambiti un singolo algoritmo può svolgere gli incarichi di decine di dipendenti contemporaneamente e in maniera decisamente più rapida. Secondo Forrester vivremo unarivoluzione nel mondo economico.

"Entro il 2021 avrà inizio un maremoto dirompente", sono state le parole con cui Hopkins ha presentato il report. "Le soluzioni basate sull'intelligenza artificiale e le tecnologie cognitive sostituiranno i posti di lavoro, e il maggiore impatto si verificherà nei settori del trasporto, della logistica, dei servizi ai clienti". Ha un ruolo determinante in questo "maremoto" l'arrivo delle auto a guida autonoma, dove i conducenti saranno comunemente sostituiti da camion, autobus e mezzi in genere a guida autonoma. Nel campo dei servizi ai clienti, l'IA è già oggi una realtà.

"Il sei percento è un numero enorme", ha dichiarato l'ex-presidente di Service Employees International Union Andy Stern al Guardian. "In un'economia che già oggi non aiuta a creare posti di lavoro a tempo pieno si andrà ulteriormente a peggiorare la possibilità di trovare un nuovo impiego. Avremo così molta più gente che avrà difficoltà a trovare lavoro perché la stessa tendenza avverrà anche in quelle aree storicamente più ricche di possibilità come quelle bancarie, retail e mediche".

Nel lungo termine potrebbero esserci comunque dei risvolti positivi: verranno indubbiamente rivalutate (anche nel compenso) alcune professioni che oggi non hanno grande importanza, mentre i creativi difficilmente verranno sostituiti da una macchina. Tuttavia ci sarà un discreto scompiglio soprattutto nei periodi iniziali, quando molti professionisti che hanno impiegato una vita per costruirsi un futuro si troveranno contrastati, senza troppe tutele, da un algoritmo più preparato, affidabile ed efficiente.

Anche Bill Gates parla da anni della "software automation", e piuttosto che ignorarla o temerla sarebbe meglio considerarla e trovare qualche soluzione per rendere la transizione meno traumatica.

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