lunedì 14 novembre 2016

Internet, censure per due terzi utenti

Due terzi degli utenti di internet nel mondo vivono in Paesi dove vigono forme di censura, anche online. Maglia nera alla Cina, seguita da Siria e Iran (la Corea del Nord non è monitorata). L'Italia figura come "libera". È quanto emerge dal rapporto annuale di Freedom House, secondo il quale per il sesto anno consecutivo nel 2016 la libertà online è diminuita. Lo studio copre 65 Paesi, pari all'88% della popolazione globale online, per il periodo giugno 2015-maggio 2016.

A "pagare" maggiormente il prezzo della libertà online sono gli utenti di social network, come Facebook e Twitter, ma non solo. In aumento l'attenzione dei governi sulle app di comunicazione, come WhatsApp e Telegram, in particolare durante proteste o manifestazioni anti governative.

Anche gli utenti dei social media, rileva il rapporto, sono stati sottoposti a sanzioni senza precedenti: nell'ultimo anno in 38 Paesi le autorità hanno effettuato arresti sulla base di contenuti pubblicati sui social. Oltre un quarto degli internauti (27%) vive in Paesi in cui persone sono state arrestate per aver pubblicato, condiviso o solo mostrato interesse (con un "Mi piace") per contenuti su Facebook.

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