giovedì 29 dicembre 2016

Fb Oculus compra società 'eye-tracking'

ROMA, 29 DIC - Facebook continua ad investire sulla realtà virtuale: la sua Oculus - acquistata per 2 miliardi di dollari nel 2014 - ha confermato l'acquisizione della start up danese The Eye Tribe,

sabato 17 dicembre 2016

Dopo Nokia anche BlackBerry torna sul mercato



Gli smartphone BlackBerry torneranno sul mercato ma non parleranno più canadese. La società di Waterloo, che due mesi fa ha annunciato l'addio alla produzione di dispositivi per concentrarsi su servizi e software di sicurezza, ha infatti stretto un accordo per dare l'uso del marchio in licenza alla cinese TCL, già costruttore dei telefonini Alcatel.

venerdì 16 dicembre 2016

Usa, un utente su 4 condivide 'bufale' in rete



Un americano su quattro ha condiviso online notizie false, in modo consapevole e non, mentre quasi due terzi dichiara che le "bufale" create ad arte generano parecchia confusione sui fatti di attualità. È quanto emerge da un sondaggio del Pew Research Center che conferma il crescente dibattito per la proliferazione di notizie false online. Tanto che colossi come Facebook e Google, stanno correndo ai ripari anche dopo le polemiche della campagna elettorale Usa.

lunedì 12 dicembre 2016

arriva in Italia JustWatch, motore ricerca per streaming tv



La tv si sposta sempre più su Internet e lo streaming, ora arriva in Italia uno strumento in più per gli utenti che fanno 'binge watching',

mercoledì 7 dicembre 2016

GALAXY:forse sarà senza il jack

ROMA, 7 DIC - Samsung potrebbe seguire Apple sulla scelta, piuttosto contestata, di togliere la presa per le cuffie dallo smartphone.

martedì 6 dicembre 2016

Amazon lancia l'alimentari senza casse e senza code



Entrare in un negozio usando lo smartphone come fosse un badge, quindi fare la spesa e uscire senza passare dalla cassa o tirar fuori il portafogli. La nuova frontiera delle vendite è stata messa a punto da Amazon, che ha aperto un negozio d'alimentari hi-tech: grazie a tecnologie come intelligenza artificiale, riesce a tracciare tutto quel che i clienti prendono, e addebita la spesa come fossero acquisti fatti online.

Amazon lancia l'alimentari senza casse e senza code



Entrare in un negozio usando lo smartphone come fosse un badge, quindi fare la spesa e uscire senza passare dalla cassa o tirar fuori il portafogli. La nuova frontiera delle vendite è stata messa a punto da Amazon, che ha aperto un negozio d'alimentari hi-tech: grazie a tecnologie come intelligenza artificiale, riesce a tracciare tutto quel che i clienti prendono, e addebita la spesa come fossero acquisti fatti online.

venerdì 2 dicembre 2016

Realtà Virtuale e Realtà Aumentata, le novità del settore a Technology Hub



All'interno di Technology Hub, in programma dal 20 al 22 aprile 2017 a Milano, fieramilanocity, uno spazio sarà dedicato alle aziende che sviluppano prodotti e servizi per realtà aumentata e virtuale. I professionisti in visita della fiera potranno immergersi a 360° in un ambito 3D vedendo e testando le varie opportunità tecnologiche

mercoledì 30 novembre 2016

iPhone a schermo curvo nel 2017

ROMA - L'iPhone 8 di Apple, in arrivo il prossimo anno, potrebbe avere lo schermo curvo. L'indiscrezione arriva dal Wall Street Journal, secondo il quale la compagnia di Cupertino avrebbe chiesto ai suoi fornitori asiatici di aumentare la produzione di schermi Oled più sottili e di presentare dei prototipi con una risoluzione maggiore di quelli della rivale Samsung. Una mossa con cui Apple si prepara a un lancio in grande stile per il prossimo anno in cui celebrerà il decimo anniversario del melafonino.

mercoledì 23 novembre 2016

Internet, botnet arma letale per social


Le 'botnet', reti di pc e dispositivi mobili infetti comandati a distanza come fossero 'zombie', come la famigerata Mirai che nelle scorse settimane ha messo in ginocchio le connessioni Internet americane e le reti di telecomunicazione della Liberia, saranno la "prossima arma letale per i social network". Lo afferma Mike Raggo, ricercatore della società di sicurezza ZeroFOX, in un'intervista al sito ZDNet in cui aggiunge che il prossimo anno un "attacco massiccio" di questo tipo prenderà di mira popolari piattaforme social come Facebook, Twitter e LinkedIn.

martedì 22 novembre 2016

Facebook, indagine su incidente a drone

(L'Agenzia americana per la sicurezza dei trasporti - National Transportation Safety Board (Ntsb) - ha avviato un'indagine su un incidente che ha coinvolto Aquila, il drone a energia solare che Facebook sta sviluppando per portare connessione internet nelle zone remote del mondo.

lunedì 21 novembre 2016

Facebook sospende la condivisione di dati con WhatsApp. Ecco che cosa cambia per gli utenti

Alla fine ha perso Facebook. Almeno per ora. Dopo il pressing dell'Unione Europea, seguito da quello di molti Stati membri (in Italia avevano mosso obiezione il Garante per la Privacy e l'Antitrust con una doppia istruttoria), il social network di Menlo Park ha deciso di sospendere la condivisione di dati con WhatsApp. Un colpo basso per l'intera galassia di Mark Zuckerberg, che si vede costretta a fare marcia indietro in quello che è il settore più strategico per le new company: i dati.



Zuckerberg, connessione web per combattere la povertà

''Connettere la popolazione a internet aiuta a combattere la povertà. Le barriere alla connessione possono essere superate''.

sabato 19 novembre 2016

Dopo Trump schizza download di app per la privacy



ROMA - La vittoria di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti sembra aver aumentato negli americani il desiderio di adottare strumenti per proteggere la privacy online. Dopo il voto negli Usa sono schizzati i download di applicazioni come Signal, la chat criptata preferita da Snowden, o le richieste di servizi come le Vpn, le reti "private" che garantiscono l'anonimato nella navigazione online.

Effetto Trump, Apple valuta produzione iPhone in Usa



NEW YORK - Apple ha chiesto ai suoi partner Foxconn e Petragon di valutare strade per portare la produzione degli iPhone negli Stati Uniti. Lo riporta la stampa specializzata americana, sottolineando che Foxconn starebbe studiando le possibili alternative mentre Petragon si sarebbe rifiutata per timori sui costi.

mercoledì 16 novembre 2016

Microsoft si allea con Musk per Intelligenza artificiale



NEW YORK - Microsoft si allea con Elon Musk, il miliardario a cui fa capo Tesla. Redmond ha stretto una partnership con OpenAI, la societa' di intelligenze artificiale di Musk, che usera' il cloud Azure per i suoi sperimenti di larga scala. Microsoft e OpenAI collaboreranno anche per espandere l'intelligenza artificiale e il suo uso.

L'Intelligenza artificiale è un anuova ossessione per la Silicon Valley. Oltre a Microsoft altri big come Facebook e Google ne stanno studiano integrazioni ai loro servizi come gli assistenti vocali. E sul 'cloud' la competizione è aperta sia con la stessa Google sia con Amazon.



"Vogliamo costruire una migliore piattaforma, ogni applicazione sarà nella direzione dell'Intelligenza Artificiale", ha commentato Scott Guthrie, Vice Presidente esecutivo di Microsoft per il Cloud e Enterprise.

martedì 15 novembre 2016

WhatsApp lancia le videochiamate



WhatsApp, la chat più diffusa del mondo, lancia le videochiamate. La compagnia ha annunciato l'arrivo della nuova funzione, che "nei prossimi giorni" sarà a disposizione dell'oltre un miliardo di utenti della app su iPhone, smartphone Android e Windows. Al pari dei messaggi e delle telefonate, le videochiamate su WhatsApp saranno criptate, inaccessibili agli hacker ma anche alle agenzie governative.

"Nel corso degli anni abbiamo ricevuto molte richieste da parte dei nostri utenti per le videochiamate, e siamo entusiasti di poter finalmente offrire al mondo questa funzione", si legge sul blog di WhatsApp, che ora compete con le videochiamate di Skype, Facebook Messenger, Snapchat, FaceTime di Apple e Duo di Google.

Le videochiamate, prosegue la compagnia di proprietà di facebook, saranno "a disposizione di tutti, non solo di coloro che possono permettersi nuovi e costosi telefoni o vivono in Paesi con le migliori reti cellulari".

lunedì 14 novembre 2016

Internet, censure per due terzi utenti

Due terzi degli utenti di internet nel mondo vivono in Paesi dove vigono forme di censura, anche online. Maglia nera alla Cina, seguita da Siria e Iran (la Corea del Nord non è monitorata). L'Italia figura come "libera". È quanto emerge dal rapporto annuale di Freedom House, secondo il quale per il sesto anno consecutivo nel 2016 la libertà online è diminuita. Lo studio copre 65 Paesi, pari all'88% della popolazione globale online, per il periodo giugno 2015-maggio 2016.

A "pagare" maggiormente il prezzo della libertà online sono gli utenti di social network, come Facebook e Twitter, ma non solo. In aumento l'attenzione dei governi sulle app di comunicazione, come WhatsApp e Telegram, in particolare durante proteste o manifestazioni anti governative.

Anche gli utenti dei social media, rileva il rapporto, sono stati sottoposti a sanzioni senza precedenti: nell'ultimo anno in 38 Paesi le autorità hanno effettuato arresti sulla base di contenuti pubblicati sui social. Oltre un quarto degli internauti (27%) vive in Paesi in cui persone sono state arrestate per aver pubblicato, condiviso o solo mostrato interesse (con un "Mi piace") per contenuti su Facebook.

sabato 12 novembre 2016

Qualcomm, lancio commerciale 5G nel 2019

Le reti mobili di quinta generazione (5G), con prestazioni e velocità superiori rispetto alle reti 4G che usiamo oggi nei nostri smartphone, sono attese al debutto nel 2020, ma "dal lato terminale lavoriamo ad una accelerazione per un lancio commerciale già nel 2019", perché "il mercato è pronto". Lo afferma il presidente di Qualcomm Europa, Enrico Salvatori, in un incontro con la stampa in coincidenza del Secondo evento mondiale sul 5G organizzato a Roma. Le reti di nuova generazione serviranno a rendere possibili servizi e applicazioni in tre campi. Innanzitutto le connessioni mobili che 'volano' fino a 12 gigabit al secondo, quanto basta per scaricare un film in un batter di ciglia. Una velocità così elevata, osserva Salvatori, si rivelerà fondamentale per la realtà virtuale e aumentata, ma anche per un cloud pervasivo, cioè per consentirci di archiviare tutti i nostri documenti, foto e video sulla 'nuvola' e accedervi da ogni dispositivo. Il secondo campo è l'internet delle cose, cioè gli oggetti connessi, la domotica e l'automotive. Al momento del lancio commerciale, spiega Salvatori, le reti 5G saranno in grado di supportare 100 milioni di dispositivi connessi ogni km quadrato.
L'ultimo settore è quello che prende il nome di "missioni critiche". Ne fanno parte servizi di trasmissione e linee di comunicazione fondamentali in caso di disastri naturali, ma anche le auto che si guidano da sole, quelle che Google, Tesla e altri big stanno sperimentando. Per poter funzionare, rileva Salvatori, le auto a guida autonoma devono potersi appoggiare a una rete sicura e affidabile, perché hanno la necessità di essere sempre connesse.

venerdì 11 novembre 2016

Trump: Microsoft, promuovere diversità

 ROMA, 11 NOV - "La promozione della diversità e la cultura dell'inclusione": lo dice Satya Nadella, Ceo di Microsoft, dopo le elezioni presidenziali americane, intervenendo a ruota di altri big della Silicon Valley come Tim Cook. "Abbiamo assistito al processo democratico in azione negli Stati Uniti. I risultati sono di importanza in tutto il mondo e so che c'è interesse tra i dipendenti Microsoft. Ci congratuliamo con il presidente eletto e ci aspettiamo di collaborare con tutti quelli che sono stati eletti. Il nostro impegno per la nostra missione e valori sono fermi, in particolare la promozione di una cultura diversa e inclusiva", scrive su LinkedIn Nadella, rimandando anche ad un post del capo dell'ufficio legale di Redmond, Brad Smith, dal titolo "Il futuro insieme: I nostri pensieri sulle elezioni degli Stati Uniti". Ieri Tim Cook, Ceo di Apple, ha scritto una lettera aperta ai dipendenti esortandoli a restare uniti nonostante le differenze. "Andiamo avanti insieme", ha scritto.

Zuckerberg: 'Folle pensare Facebook abbia aiutato Trump'



"L'idea che false notizie pubblicate su Facebook abbiano influenzato in qualche modo le elezioni presidenziali è folle". Non usa mezzi termini Mark Zuckerberg per rispondere alle polemiche su un presunto ruolo del social network nel favorire la vittoria di Donald Trump.

Secondo alcuni analisti Facebook, per moltissimi americani fonte primaria di informazione, avrebbe rilanciato una serie di notizie e video poi rivelatisi falsi invece di diffondere le notizie più accreditate avvantaggiando così il candidato repubblicano.

"Se pensate" che Facebook abbia influenzato il risultato delle presidenziali "allora non avete capito il messaggio che i sostenitori di Trump hanno voluto mandare", ha detto Zuckerberg parlando ad una conferenza sulla tecnologia in California, secondo quanto riporta la Bbc.

All'inizio dell'anno il social network era stato accusato di essere anti-Trump poiché nella sessione 'trending stories' comparivano soltanto notizie pro-democratici. E così il gruppo di persone che si occupavano delle 'storie più lette' è stato licenziato in tronco e sostituito da un algoritmo. Risultato? Molte notizie prima considerate delle bufale sono finite nella lista di quelle più lette perche' seguite da un gran numero di utenti.

giovedì 10 novembre 2016

Usa 2016: su Twitter oltre 40 milioni post



ROMA - Le elezioni americane si confermano "evento" social su Twitter: nella giornata del voto, fino alle 22 della costa orientale Usa, sono stati oltre 40 milioni i "cinguettii" a tema condivisi a livello globale. Numero record considerando che l'intero "Election Day" nel 2012 aveva totalizzato 31 milioni di tweet.

Lo comunica il microblog in una nota. Un miliardo, solo dagli Stati Uniti, sono stati invece i tweet pubblicati sulle elezioni dai dibattiti delle primarie iniziati ad agosto 2015 fino alla vigilia del voto.

Durante l'Election Day 2016 il picco di post su Twitter, spiega la compagnia, si è registrato intorno alle 11 di mattina con 27 mila tweet al minuto. E sempre nella mattinata americana ogni trend su Twitter negli Usa era relativo alle elezioni, eccetto uno.

Dall'inizio del 2016 Donald Trump è stato in media più citato nei tweet rispetto alla candidata democratica Hillary Clinton.

Il tweet più condiviso di tutta la campagna elettorale è stato quello di Hillary Clinton che a giugno invitava Trump a cancellare il suo account sul microblog. La risposta del candidato repubblicano - che chiedeva conto delle e-mail cancellate dalla Clinton - è stato il post più virale per Trump.

Fb, 'clone' Snapchat per Paesi emergenti

Non è riuscita a comprare Snapchat e nemmeno il suo "clone" sudcoreano Snow, ma Facebook insiste e ha creato una sua applicazione che ricalca la chat di messaggi "usa e getta", ad hoc per i mercati emergenti. Secondo quanto riporta il sito Recode la nuova applicazione si chiama Flash ed è una piattaforma per inviare e ricevere messaggi con video e foto che si cancellano dopo un tempo determinato, condite con filtri e animazioni. Il lancio è avvenuto in Brasile con la versione per Android.
Flash è rivolta principalmente ai mercati emergenti ed è realizzata di conseguenza, ad esempio è molto "leggera" - meno di 25 MB - proprio per poter essere scaricata e usata anche laddove non ci siano potenti connessioni cellulari.
Oltre a inserire elementi tipici di Snapchat - come i filtri, le maschere, le Storie - nelle sue piattaforme (da Facebook a Instagram), il social network di Mark Zuckerberg punta così a conquistare fette di mercato non ancora ben presidiate dall'app del fantasmino giallo.
Quattro anni fa Snapchat rifiutò un'offerta da 3 miliardi di dollari da Facebook.

mercoledì 9 novembre 2016

Apple,in arrivo un iPhone bianco lucido?

ROMA - Dopo il 'Jet Black', il colore nero lucido che ha esordito su iPhone 7 e 7 Plus, Apple potrebbe lanciare un melafoniono 'Jet White', in finitura bianco lucido. L'indiscrezione è riportata dal sito giapponese Mac Otakara, lo stesso che aveva rivelato la finitura 'Jet Black' e l'assenza della presa per le cuffie dall'iPhone 7 prima del suo lancio ufficiale.

Il sito nipponico spiega che l'indiscrezione arriva dall'interno della catena di fornitori di Apple, ma precisa che "potrebbe non essere affidabile". Nessun cenno, inoltre, al periodo in cui la casa di Cupertino potrebbe aggiungere la sesta colorazione all'iPhone, con il bianco lucido ad affiancare nero lucido e opaco, argento, oro e l'oro rosa.

Per lo smartphone della Mela sarebbe un ritorno al bianco, visto l'ultima volta sull'iPhone 5c presentato nel settembre 2013. La produzione del bianco lucido, tuttavia, dovrebbe essere complessa come quella del nero lucido, che richiede un processo di anodizzazione e lucidatura ad alta precisione in nove fasi. Potrebbe quindi essere troppo onerosa per gli stabilimenti produttivi, almeno fin quando la domanda di iPhone 7 resterà elevata.

Regali di natale wireless: ecco le proposte imperdibili e scontate di Jabra

Anche per questo Natale, ormai alle porte, Jabra, leader nella produzione e commercializzazione di dispositivi per la comunicazione a mani libere, propone i suoi ultimi device come perfetti regali natalizi, sia per l’amico sportivo, sia per chi ama ascoltare la musicama non vuole perdere nessuna chiamata, sia per l’amica un po’ pigrache va motivata con un personal trainer virtuale.

martedì 8 novembre 2016

PS4 Pro: tutto quello che c'è da sapere sull'hardware



Sony ha organizzato l'evento Join the Future of Play a Londra per preparare i giornalisti alle novità apportate da PS4 Pro e per fare chiarezza sulle caratteristiche hardware della nuova console basata su architettura Polaris. Se PS4 Pro è pensata soprattutto per sfruttare le nuove TV 4K e HDR ci sono tantissime altre cose da scoprire su quello che è il suo reale potenziale. A livello architetturale sfrutta alcune peculiarità di Polaris soprattutto in termini di parallizzazione del carico di lavoro e di efficientamento, con la capacità di scalare ai calcoli in virgola mobile nella cosiddetta mezza precisione e con nuove tecniche per la gestione dell'anti-aliasing e dell'upscaling a 4K. Per cui seguiteci e scopriamole insieme.Innanzitutto, PS4 Pro supporta lo standard HDR a 10 bit. Se fino a oggi si è continuato a utilizzare lo standard di gestione dell'High Dynamic Range delle vecchie TV CRT, agendo su questo standard è adesso possibile andare a cogliere e sfruttare la maggiore luminosità che oggi sono in grado di gestire le TV a LED più moderne. Giochi come GT Sport, Horizon Zero Dawn, Nioh e Rise of the Tomb Raiderevidenziano subito differenze molto marcate, con un particolare appunto per quanto riguarda nello specifico il titolo di guida, dove l'HDR diventa ancora più evidente. Nelle scene con luce solare particolarmente accentuata, quindi che sono contestualizzate negli orari di punta, si ha proprio la sensazione di assistere a un qualcosa di inedito per la storia dei videogiochi, del quale non puoi più fare a meno. In abbinamento alle nuove tecnologie hardware HDR delle TV moderne, si tratta di un'opzione grafica che può fare la differenza un po' come lo è stata la sua variante software ai tempi di Half-Life 2.L'HDR non necessita solamente un lavoro lato hardware da parte del monitor e del suo modo di gestire la luminosità, ma richiede anche un lavoro di implementazione da parte dello sviluppatore. Come ci ha spiegato il mitico Kazunori Yamauchi, il "papà" di Gran Turismo, presente all'evento per promuovere il suo GT Sport, non solo sono state utilizzate delle telecamere capaci di catturare la fedeltà cromatica originale, ma la creazione e la gestione dei materiali in-game deve essere rivista per sfruttare i nuovi dati in origine.

Non ci saranno, invece, modifiche lato CPU rispetto alla PS4 originale, mentre le Compute Unit risulteranno raddoppiate: 36 contro 18 di PS4. Questo per quanto riguarda l'architettura, mentre in fatto di frequenze di funzionamento si passa da 1,6GHz a 2,1GHz per quanto riguarda la CPU, e da 800MHz a 911MHz per la GPU. La bandwidth della memoria aumenta da 176GB/s a 218GB/s, ovvero del 24%.Ma le novità tecniche di PS4 Pro non si limitano all'HDR, visto che i tecnici di Sony hanno affinato nuove modalità per agevolare il rendering, o meglio l'upscaling, a 4K, così come l'ID buffer e il famigerato calcolo in virgola mobile a mezza precisione. Si è discusso molto a tal proposito dopo le rivelazioni di Mark Cerny, principale responsabile dell'architettura delle PS4. La capacità della nuova console di "retrocedere" all'elaborazione in 16 bit consente di aumentare la potenza teorica della console e di memorizzare due variabili a 16 bit in una sola voce di registro, che invece andrebbe esautorata da un'unica variabile a 32 bit con l'approccio tradizionale.



Questo consente di sfruttare meglio la bandwidth a disposizione di PS4 Pro e di gestire in maniera più efficiente le chiamate alle operazioni di calcolo per quanto concerne la GPU. L'elaborazione in FP16 è qualcosa che sta rientrando prepotentemente nel mondo tecnologico con le DirectX 12, perché è particolarmente funzionale rispetto all'organizzazione del carico di lavoro delle nuove API e della parallelizzazione dei task che ne consegue. PS4 Pro c'entra poco o niente con le DirectX 12, ma bisogna ricordare che l'architettura su cui è basata, AMD Polaris, è pensata alla base per sfruttare le API di nuova generazione, e per questo prevede delle accortezze hardware e software simili a quelle implementate dalle DirectX 12.

Le GPU moderne, dalle quali come noto derivano le GPU usate nelle console, sono in grado di eseguire tre tipi di operazioni: quelle a 16 bit, definite a mezza precisione (half precision), quelle a 32, ovvero a singola precisione (single precision), le più utilizzate dai motori grafici moderni, e quelle a 64 bit, doppia precisione (double precision), più frequenti soprattutto in ambito medico e lato server.Quindi, bisogna senz'altro rimarcare come l'elaborazione in mezza precisione non sia senz'altro un'invenzione di Sony PlayStation: esiste ovviamente da tempo in ambito PC, è molto popolare sugli smartphone e può essere ovviamente adottata anche nel caso della rivale Scorpio, la console Xbox che arriverà l'anno prossimo. Inoltre, i calcoli con precisione a 16 bit rischiano di causare una perdita di precisione in quei contesti in cui si trovano a lavorare insieme all'approccio a 32 bit, che è poi lo scenario di utilizzo più frequente. Questo tipo di computazione, infatti, viene spesso usato per le ombre, le quali vanno a operare congiuntamente ai calcoli relativi agli altri elementi dello scenario. I calcoli in virgola mobile in mezza precisione si sposano particolarmente bene anche nella gestione di certe geometrie e dei movimenti rotazionali, ma è molto difficile estendere questo approccio all'intera schermata di gioco. I calcoli a monte più generali vengono normalmente elaborati a 32 bit: in questo insieme si intende il rendering generico o l'elaborazione dei triangoli.



Cosa si intende quando si dice che le FP16 non sono abbastanza precise? Il sistema lavora unicamente con variabili di tipo integer e deve procedere a conversioni nell'evenienza in cui si trova a utilizzare rappresentazioni più complesse. Prendiamo come esempio il seguente calcolo: 10+1,0/10, il cui risultato in FP16 sarebbe appunto 1 e non 1,1 come accadrebbe nel caso di calcoli in FP32. Questo comporta una considerevole perdita di dati nel caso di elaborazioni complesse come le medie statistiche, ad esempio. È per questo motivo che da qualche generazione a questa parte, soprattutto quando sono stati istituiti gli shader moderni, si era deciso di passare ai calcoli a 32 bit. D'altra parte una questione molto importante è quella della bandwitdh: oggi il problema più grande, ovvero il collo di bottiglia più consistente, riguarda non tanto la quantità di operazioni processabili a livello computazionale ma proprio la larghezza di banda delle memorie, che cresce più lentamente rispetto alla capacità di elaborazione dei processori moderni. Le operazioni in FP16 garantiscono più velocità di trasmissione attraverso le memorie, il che aiuta a saturarle in misura minore.

Il raddoppiamento della potenza di calcolo massima teorica, quindi, si rivela tale solo in particolari scenari di utilizzo, anche perché questo tipo di approccio non può essere applicato automaticamente, ma va implementato a livello di motore grafico. Durante l'evento abbiamo chiesto Yamauchi-san se GT Sport supporterà l'elaborazione in mezza precisione e lui ha canditamente ammesso che nella fase di lancio non sarà possibile ottenere vantaggi in questo modo, ma che con una patch al motore grafico il supporto potrà diventare possibile in un secondo momento.

AOC annuncia nuovo display da 35" Agon con raggio di curvatura di 2000 millimetri



Il display estende il campo visivo ed esalta la percezione della profondità, corroborando l'immersione nell'esperienza di gioco, secondo le promesse di AOC. Il nuovo AG352QCX della linea Agon offre un raggio di curvatura notevole di 2000 millimetri, insieme a una frequenza di aggiornamento di 200 Hz e alla tecnologia Adaptive-Sync. Stiamo parlando di un pannello di tipo VA con risoluzione nativa di 2560x1080.


Il monitor si caratterizza per alcune tecnologie proprietarie AOC Agon, come AOC Low Input Lag, che bypassa la maggior parte dell’elaborazione video e, quindi, permette l'esecuzione istantanea degli input provenienti da mouse, tastiera e gamepad; e AOC Shadow Control, che schiarisce le zone eccessivamente scure dell'immagine e scurisce le parti luminose senza influenzare il resto dello schermo.

La tecnologia Flicker-Free diminuisce lo sfarfallio dello schermo, mentre Low Light Blu riduce i raggi blu dannosi per gli occhi. Un'altra caratteristica per aumentare il comfort è la AOC Ergo Base, che consiste in un supporto ergonomico con altezza, rotazione e regolazione dell’inclinazione che rende possibile una postura comoda e sicura, permettendo a qualsiasi giocatore di sopportare anche le sessioni di gioco più ardue.

Le parti posteriore e inferire di AG352QCX presentano delle luci, configurabili in quanto a colore e grado di intensità. Disponibili i colori rosso, verde e blu, e i livelli di intensità forte, medio, debole e spento. Altre regolazioni possono essere fatte tramite la tastiera AOC QuickSwitch, che fornisce una commutazione facile e istantanea tra varie impostazioni dell'immagine.

AG352QCX è dotato delle porte VGA, DVI Dual Link, HDMI 2.0, DisplayPort 1.2ad, di due porte USB 3.0, Audio out/in e Microfono in/out. Il tempo di risposta si attesta sui 4 ms GtG e il contrast ratio è pari a 2000:1. Il nuovo monitor AOC Agon garantisce la copertura del 100% dello spazio colore sRGB. Offre, inoltre, degli speaker da 5W.

giovedì 29 settembre 2016

Spotify verso l’acquisizione di SoundCloud



Sotify è in avanzata fase di trattativa per l’acquisizione di SoundCloud, secondo indiscrezioni raccolte dal Financial Times e non ancora confermate direttamente dalle due società.

Spotify è uno dei più diffusi servizi di streaming audio, con un database di diversi milioni di brani e consente l’accesso sia in modalità gratuita (con revenues ottenute tramite spot pubblicitari tra un brano e l’altro) sia in modalità Premium, a pagamento, con oltre 30 milioni di utenti paganti. Recentemente la società, che ha sede in Svezia, ha annunciato l’ingresso anche sul mercato nipponico, dove la musica in streaming non è ancora pienamente decollata, preferendo gli utenti giapponesi ricorrere ancora in gran parte ai supporti fisici (Cd Audio in primis).

SoundCloud è una società, con sede a Berlino, che ha realizzato una piattaforma che consente a chiunque di pubblicare un qualsiasi brano audio, con limitazioni nella versione “free” per quanto riguarda la lunghezza complessiva dei brani presenti per ciascun account. Oltre ad essere utilizzato da un gran numero di artisti dilettanti, SoundCloud è anche molto usato da professionisti e artisti del giro “indie”, che sulla piattaforma pubblicano alcuni o tutti i propri lavori. In Italia, per esempio, viene utilizzata da Jovanotti per rendere pubblici remix e versioni acustiche dei propri brani.




Il database di SoundCloud contiene circa 125 milioni di tracce audio e conta circa 175 milioni di utenti attivi. L’acquisizione consentirebbe l’integrazione in Spotify del catalogo dei brani “musicalmente significativi” di SoundCloud.

lunedì 26 settembre 2016

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Allianz investe nei consulenti robot italiani



ROMA - La tecnologia è una di quelle che promette di rivoluzionare il mondo della finanza: il robo-advisory, i servizi di investimento online automatizzati, gestiti da algoritmi anziché da umani. La startup quella che di recente in Italia ha raccolto più finanziamenti: 16 milioni di euro, gran parte all'estero. La novità che nel capitale di Moneyfarm, con una somma top secret ("ma più piccola"), una quota di minoranza e un consigliere in cda ora entra Allianz. Vale a dire la prima società assicurativa al mondo e un colosso del risparmio gestito. Un big dell'industria che per afferrare il ricchissimo treno della consulenza robot, 2mila miliardi di dollari stimati entro il 2020, punta su una giovane azienda tecnologica made in Italy. Promettendo in cambio di accelerarne l'espansione.

"È un'ulteriore conferma della nostra tecnologia e del nostro modello", esulta Paolo Galvani, cofondatore e presidente della società, che racconta di trattative durate un anno. Su Moneyfarm gli algoritmi si occupano di definire il profilo di rischio dell'utente, basta rispondere a 20 domande online, associargli un portafoglio di prodotti finanziari e compiere le singole operazioni di aggiustamento. L'automazione permette di tagliare le commissioni fino allo 0,7%, la metà della concorrenza, ma tutto è monitorabile attraverso l'app e un consulente umano sempre a disposizione. "La nostra tecnologia proprietaria sicuramente è la parte forte che mettiamo sul piatto", spiega Galvani. Per le grandi società, spesso e volentieri, è più comodo acquisire innovazione dall'esterno piuttosto che svilupparla in casa, sia Goldman Sachs che Balckrock di recente hanno acquisito due startup di robo-advisory. Ma la partnership con Allianz, nell'idea di Galvani, non si ferma qui: "Stiamo studiando le possibili sinergie, che diventeranno operative da inizio 2017".

Qualcuna è già immaginabile. Allianz potrebbe permettere a Moneyfarm di allargare la sua offerta di prodotti finanziari, oggi limitata agli Etf, e di estendersi al risparmio previdenziale. Darle supporto nell'infrastruttura tecnologica e in tema di regolazione. O addirittura gestire le masse raccolte dalla startup italiana. Nell'immediato però, il primo vantaggio dovrebbe essere quello di marketing. Da febbraio Moneyfarm ha debuttato nel Regno Unito, raggiungendo gli 80mila utenti registrati (il dato di quelli che effettivamente investono non è pubblico). Ma mentre l'espansione in Inghilterra, dopo qualche difficoltà, avanza a buon passo, in Italia le offerte di investimento online faticano a uscire dalla nicchia: "Una delle sfide è costruire un marchio riconoscibile - dice Galvani - e quello di Allianz è senza dubbio un bel certificato da presentare".

Il rischio, d'altra parte, è che un alleato di questo peso cannibalizzi le risorse della startup, arrivata a 60 dipendenti tra Milano, Cagliari e Londra, distogliendola dal suo percorso di crescita. Ma la presenza nel capitale, oltre all'italiana


United Ventures, di un investitore specializzato in startup finanziarie come l'inglese Cabot Square, dovrebbe essere una garanzia: "Stiamo preparando il nuovo piano industriale per i prossimi tre anni - conclude Galvani - e al termine del periodo vogliamo essere profittevoli".

giovedì 22 settembre 2016

Poletti: tecnologia distrugge più posti lavoro di quanti ne crei

Roma, 21 set. (askanews) - La tecnologia "distrugge più posti di lavoro di quanti non ne crei. Questo accade già oggi, non so cosa accadrà nel lungo termine. Il tema, oggi, è come gestire la transizione". Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, concludendo un incontro all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede.

Google sfida WhatsApp e Messenger: arriva Allo, la chat con intelligenza artificiale

Google vuole fare concorrenza a WhatsApp e Messenger, ma anche a Siri e Cortana, con un’unica piattaforma. Dopo lo sbarco nel mondo delle videochiamate con Duo, la società di Mountain View lancia Allo, la prima app di messaggistica intelligente. Disponibile dal 22 settembre per iOS e Android, è pensata per essere una chat ma anche un assistente personale digitale. Da condividere con gli amici.

mercoledì 21 settembre 2016

''Parlate con Google e l'intelligenza artificiale cambierà la vostra vita''

SAN FRANCISCO - Hanno pensato al successo di WhatsApp e Messenger di Facebook, ognuna con oltre un miliardo di persone che le usano. E hanno deciso di percorrere quella stessa strada, ma aggiungendo un'intelligenza artificiale di nuova generazione e tutte le informazioni reperibili sul loro motore di ricerca. È nata così Allo, l'ultima app di Google e la prima ad unire il mondo delle chat con quello degli assistenti virtuali come Siri di Apple, Alexa di Amazon o Cortana di Microsoft.

In apparenza si esaurisce nell'abituale lessico digitale a disposizione per comunicare con amici e parenti fra messaggi, immagini, video e stickers, le illustrazioni a tema di gran moda. C'è però un canale dedicato all'intelligenza artificiale, con la quale si può dialogare, e basta scrivere @google per chiamarla in causa mentre si interagisce con altri. Se indecisi su quale ristorante scegliere, l'assistente mostra i migliori nella zona. Può fare lo stesso se gli chiedete il prezzo di un biglietto aereo, le previsione meteorologiche, le condizioni del traffico, le ultime notizie. Capisce perfino le battute e a richiesta racconta barzellette. Ma non sempre brilla, a volte capita scivoli non afferrando la richiesta.

Una delle figure più importanti dietro la svolta verso l'intelligenza artificiale, annunciata da Sundar Pichai che guida la multinazionale di Mountain View, èBen Gomes. A capo del motore di ricerca, cuore dell'azienda, è nato 48 anni fa in Tanzania da genitori indiani. O, come preferisce raccontarla lui, viene semplicemente da "due terzi mondi differenti".

"Prima o poi arriveremo ad avere un dialogo profondo e articolato con le macchine. E in tutte le lingue del mondo", spiega. "Difficile dire quando ci arriveremo. Ma intanto il motore di ricerca è alla base del nostro nuovo assistente virtuale, le due cose si stanno fondendo. Oggi può sostenere uno scambio basilare: se gli si pongono domande semplici, correlate fra loro, risponde in modo altrettanto semplice. Il nostro obbiettivo è andare oltre. Abbiamo i giusti ingredienti, stiamo progredendo ad una velocità che due o tre anni fa non era pensabile".

Nel futuro di tutti noi c'è quindi una versione di Google su misura. Con i suoi lati positivi e negativi.
"Io sono cresciuto fra Africa e India. Non è facile avere accesso alle informazioni da quelle parti. E sono le informazioni che ci permettono di evolvere. La missione per noi è la stessa da anni: consentire a tutti di accedere al sapere necessario per migliorare la propria vita e la propria condizione".

A proposito di origini, da dove siete partiti?
"Dalle parole: addestrare le macchine a capire il parlato, dal mandarino all'italiano. Poi abbiamo iniziato ad insegnargli a comprendere il contesto e il senso di una frase. Ma la tecnica dell'apprendimento delle macchine ha bisogno di tantissimi dati per dare dei risultati. Milioni di fotografie di rane di ogni tipo, prima che un computer sappia riconoscerla e identificarla".

Però ora ci riesce. E vale anche per parole, frasi, abitudini, foto e domani video.
"Se vuoi avere una conversazione con qualcuno devi avere gli stessi riferimenti. Se chiedo da dove vieni e mi rispondi che vieni dall'Italia, sta avvenendo uno scambio di informazioni su una base comune: tutti e due siamo in grado di comprendere la domanda e tutti e due sappiamo collocare geograficamente la risposta. Abbiamo costruito una nozione del mondo che fosse di riferimento per le macchine. Si chiama Knowledge Graph, o "grafo della conoscenza". Il nostro motore di ricerca lo ha adottato cinque anni fa. Alla parola Italia è associata quella della capitale Roma, il nome del primo ministro e via discorrendo. Una rete di fatti, luoghi, persone, collegati gli uni agli altri. Ne abbiamo 50 miliardi di connessioni del genere".

BTICINO CLASSE 300X, IL VIDEOCITOFONO DIVENTA INTELLIGENTE

Negli ultimi anni molte aziende hanno realizzato sistemi in grado di rendere le nostre case sempre più inteligenti. BTicino è già da tempo impegnata nel mondo dell’IoT e il nuovo BTicino Classe 300X è il citofono di ultima generazione che sfrutta gli impianti a 2 fili introdotti nel 1999 e che rappresenta l’evoluzione smart di uno degli strumenti più importanti delle nostre case: il citofono. Scopriamo più in dettaglio tutte le novità di BTicino Classe 300X.

Il nuovo videocitofono BTicino Classe 300X è un dispositivo di ultima generazione che si connette in rete tramite Wi-Fi e grazie all’app dedicata è possibile rispondere anche dallo smartphone. Ogni volta che qualcuno suona alla porta, grazie a questo videocitofono è possibile rispondere tranquillamente dallo smartphone, sia che siate in casa che fuori.


Scaricando l’applicazione dedicata, disponibile per Android e iOS, è possibile gestire tutte queste funzioni da remoto. Attraverso il download dell’app Door Entry è possibile aprire anche cancelli, gestire l’illuminazione esterna o anche un impianto di irrigazione. Non solo, BTicino Door Entry permette di sfruttare la telecamera del videocitofono per controllare l’ingresso di casa, in modo tale da poter avere un livello di sicurezza aumentato, rispetto ai classici videocitofoni.


Tra le funzioni offerte da BTicino Classe 300X, vi è anche la possibilità di impostare un messaggio di risposta, registrare la comunicazione di chi ha suonato oppure videoregistrare ogni singola persona che si è presentata di fronte alla casa.Per quanto riguarda la sicurezza, BTicino ha lavorato a lungo sulla creazione di un sistema che punta a criptare tutte le comunicazioni Cloud con la piattaforma che BTicino mette a disposizione.



Non solo, qualora lo smartphone venga smarrito o rubato, è possibile rimuovere facilmente il dispositivo dalla lista dei dispositivi abilitati alla gestione dell’impianto.


Sempre sul fronte della sicurezza, il nuovo BTicino Classe 300X offre la possibilità di rispondere a distanza, anche se non presenti all’interno della casa. Questa tecnologia permette di scoraggiare potenziali malintenzionati che desiderano verificare la presenza o meno dell’inquilino, prima di compiere un furto.Ricordiamo, infine, che BTicino Classe 300X utilizza il sistema a due fili e può essere inserito anche in quei contesti in cui è già presente un vecchio citofono, mentre la connettività Wi-Fi permette di eliminare del tutto lavori di connessione. Il nuovo videocitofono Classe 300X è il primo prodotto del progetto Eliot di BTicino e nei prossimi mesi giungeranno, sicuramente, nuovi e innovativi prodotti sul mercato.


martedì 20 settembre 2016

100 euro di rimborso per chi acquista CorelDRAW Graphics Suite X8



Corel lancia la nuova promozione per CorelDRAW Graphics Suite X8. L’iniziativa, valida dal 1° settembre al 31 dicembre 2016, prevede un rimborso di 100€ per l’acquisto della suite presso un rivenditore autorizzato Corel.

“CorelDRAW Graphics Suite X8 include tutto il necessario per creare grafiche straordinarie, progetti web d’impatto, foto sensazionali e altro ancora” ha affermato Jo Levens, Global Director of Marketing, Corel. “L’offerta di partenza era già eccezionale, con questa speciale promozione non c’è mai stato momento migliore per diventare creativi, scegliendo questa suite completa per la grafica.”

CorelDRAW Graphics Suite X8 consente agli utenti di creare progetti professionali più rapidamente con un flusso di lavoro semplificato e potenza e controllo senza precedenti. Con supporto avanzato di Windows 10, visualizzazione multi-monitor e schermi 4K, la suite permette a tutti gli utenti di ottenere risultati professionali con rapidità e sicurezza, siano essi inesperti, grafici professionisti, dipendenti di piccole aziende o appassionati di grafica. La potenza di strumenti intuitivi e di alto livello, come il nuovo Corel Font Manager o Clona correttivo, insieme ad un’area di lavoro personalizzabile, permettono di creare loghi, brochure, grafica per il web, pubblicità per i social media o qualsiasi progetto innovativo.

Come richiedere il rimborso

Per ricevere il rimborso di 100€, è sufficiente acquistare CorelDRAW Graphics Suite X8 (in formato elettronico scaricabile o in scatola, solo versione completa) presso il proprio rivenditore Corel autorizzato entro il 31 dicembre 2016 e inviare il modulo di richiesta.

CallJam il nuovo malware per Android scoperto da Check Point



Nonostante gli sforzi di Google nel prevenire gli attacchi cybercriminali a danno di Google Play, il team dei ricercatori mobile di Check Point ha scoperto un nuovo malware per Android che si chiama CallJam.

Il malware CallJam è in grado di effettuare chiamate fraudolente a numeri di telefono premium a pagamento e di reindirizzare l’utente su siti Web malevoli allo scopo di mostrare annunci pubblicitari e generare profitto per gli hacker. Il malware si nasconde all’interno dell’app “Gems Chests for Clash Royale” che è stata caricata su Google Play nel maggio scorso ed è stata da allora scaricata tra le 100.000 e le 500.000 volte. Prima di eseguire le chiamate premium, l’applicazione chiede l’autorizzazione all’utente. Come si è visto in altri precedenti attacchi, gli utenti concedono facilmente l’autorizzazione, poiché non leggono con attenzione o capiscono completamente tutto ciò che viene chiesto loro.

Il server C&C poi invia al malware CallJam le istruzioni con i numeri da chiamare e i dati di durata delle chiamate. Si avvia quindi una chiamata che utilizza tutti i parametri richiesti e genera potenzialmente ampi profitti per i cybercriminali.

Check Point ha già informato Google della presenza di questa applicazione malevola che a sua volta ha rimosso l’applicazione infetta. Con questa scoperta, l’azienda israeliana sottolinea ancora una volta come i cybercriminali possono sviluppare applicazioni di alto livello e distribuirli su app store ufficiali mettendo ad alto rischio i dispositivi e i dati sensibili degli utenti.

lunedì 19 settembre 2016

Nuova Panasonic Lumix G80 con nuovo doppio sistema di stabilizzazione Dual IS 2

“L'aspetto e l'ergonomia sono quelli di una reflex in miniatura, con mirino elettronico centrale, doppia ghiera di regolazione e display orientabile. Offre un sensore Live-MOS da 16 megapixel e video e foto 4K. Nuovo il sistema di stabilizzazione sensore+ottica Dual IS 2. Le caratteristiche tecniche della macchina tradiscono fin da subito le intenzioni di Panasonic di aggredire una fascia di mercato superiore, a partire dal corpo in magnesio a prova di polvere e spruzzi d'acqua.”

Scienza e tecnologia, quanto costa il progresso scientifico?



Questa mattina all’Università Sapienza di Roma è stato conferito il Dottorato di ricerca in Biochimica honoris causa al prof. Wayne A. Hendrickson dell’Università Columbia di New York, per il suo contributo allo sviluppo di tecniche per la ricerca della fase nelle mappe di diffrattometria a raggi X. Dopo le allocuzioni delle cariche accademiche, il prof. Hendrickson ha tenuto una lezione magistrale, nella quale ha ripercorso le tappe dei suoi studi. L’argomento è troppo specialistico per essere discusso in un post divulgativo, ma alcuni argomenti della lezione magistrale si prestano a considerazioni di interesse generale. Dedicherò questo post alla prima frase della lezione, che traduco dal testo consegnato a tutti presenti: La scienza progredisce in larga misura grazie alla potenza della sua tecnologia.

La frase nella sua semplicità contiene una fortissima provocazione politica: la scienza, secondo il prof. Hendrickson non nasce dall’intuizione dello scienziato (come pure avevano suggerito molti teorici, basti ricordare Karl Raimund Popper), ma dallo sviluppo tecnologico. La tesi di Hendrickson è che lo sviluppo tecnologico produce il dato sul quale lo scienziato basa la sua intuizione, e in assenza di nuovi dati, conseguenti allo sviluppo tecnologico, la scienza ristagnerebbe. La provocazione politica sta nel fatto che l’intuizione dello scienziato è sostanzialmente gratuita (fatto salvo lo stipendio dello scienziato, necessario a farlo sopravvivere), mentre la tecnologia è costosa, perché richiede l’acquisizione di strumentazione e materiale, nonché il personale deputato alla progettazione, allo sviluppo e all’implementazione. Solo raramente lo scienziato è egli stesso tanto sviluppatore che utilizzatore della tecnologia innovativa.

Come tutte le provocazioni, anche questa richiede prima di tutto un’analisi di merito: quanta innovazione tecnologica è necessaria al progresso scientifico? Sarebbe assurdo infatti addentrarsi in una discussione sul costo della scienza a seguito di una provocazione falsa o fuorviante. La storia della scienza è ricca di esempi sia a favore che contro la tesi proposta: ad esempio tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo Vesalio e Harveyrivoluzionarono l’anatomia e la fisiologia del sistema circolatorio utilizzando una tecnologia elementare basata su strumenti che erano già stati disponibili a Galeno nel secondo secolo; però la teoria circolatoria di Harvey lasciava aperto il grave problema della continuità tra il sistema arterioso e quello venoso in sede periferica.

Questo problema fu risolto da Marcello Malpighi il quale nel 1661 dimostrò l’esistenza dei vasi capillari utilizzando il microscopio, strumento all’epoca di recente scoperta. Per non appesantire la lettura non aggiungerò altri esempi pertinenti (sarebbero infiniti), ogni lettore può immaginarne molti, e una conclusione prudente è che il numero di grandi scoperte che hanno preceduto le innovazioni tecnologiche dalle quali sono state confermate sia comparabile al numero di grandi scoperte che hanno conseguito ad innovazioni tecnologiche o che sono state rese possibili da queste. E’ inoltre plausibile che l’importanza dell’innovazione tecnologica nella scoperta scientifica sia aumentata dall’epoca classica a oggi.

Se la tesi del prof. Hendrickson fosse vera anche soltanto per metà, si dovrebbe trarre la conclusione che il costo della scienza è elevato e costantemente in aumento, perché elevato e in costante aumento è il costo della tecnologia avanzata. E ovviamente un paese che non investe in sviluppo tecnologico è condannato a perdere terreno anche sullo sviluppo scientifico e a scivolare verso una retrocessione culturale.

Questo problema non può essere risolto con il supporto dell’industria privata: l’industria finanzia una ricerca applicata, dalle ricadute certe, non una ricerca totalmente innovativa, dalle ricadute incerte, meno ancora una ricerca “imprecisata”, frutto futuro di misurazioni di là da venire per le quali è necessario sviluppare prima la tecnologia necessaria.

Pokemon Go, un'app su Google Play prende il controllo degli smartphone

A poco più di due mesi dal fortunatissimo lancio di Pokemon Go è stata rilasciata tramite Google Play un'app che ne sfrutta il successo virale e che è capace di installare un malware sullo smartphone. Lo segnalano i tecnici di Kaspersky Lab, che hanno prontamente segnalato l'inconveniente a Google. L'app, che si chiamava Guide for Pokemon Go, è stata rimossa, ma attualmente sullo store per i dispositivi Android se ne trovano molte alNonostante la segnalazione di Kaspersky sia arrivata subito, circa 500 mila utenti hanno installato l'app incriminata. La quale nascondeva dentro di sé un Trojan che rimaneva inattivo per qualche giorno in modo da riuscire a individuare se il malware si trovasse su un dispositivo o su una macchina virtuale.

"Dopo aver avuto la conferma che si trovava su un vero dispostivo, il Trojan inviava un messaggio a un server command and control avviato dai cybercriminali. Il report includeva informazioni sul dispositivo infetto: modello, versione di OS, paese, lingua predefinita e tanto altro", si legge sul blog di Kaspersky.

A questo punto, in funzione delle abitudini d'uso dell'utente attaccato, il server caricava sul dispositivo pubblicità mirate, con la possibilità di riempire il terminale con messaggi non desiderati e invasivi. Nonostante l'applicazione del malware prevedesse l'installazione di soli messaggi pubblicitari, teoricamente avrebbe potuto caricare anche software ben più malevolo.

"La parte peggiore di questo contagio è occulta: Guida Pokemon Go può installare segretamente qualsiasi app sul vostro dispositivo. Per adesso, i criminali hanno scelto un modo relativamente soft per fare soldi: le pubblicità. In futuro, potrebbero decidere di aumentare i loro profitti bloccando il vostro dispositivo e chiedendo un riscatto (o rubando soldi dal vostro account bancario)", dicono ancora gli esperti di Kaspersky.
I cybercriminali, ma non sono certamente gli unici, hanno deciso di cavalcare così il successo virale di Pokemon Go. L'app di realtà aumentata realizzata da Niantic è stata provata negli ultimi mesi da poco men di 6 milioni di persone, diventando in brevissimo tempo un fenomeno di natura culturale.tre con nome simile.

Fibra ottica da 1 Terabit al secondo in arrivo dai laboratori Nokia



Alcuni ricercatori di Nokia bell Labs, Deutsche Telekom T-Labs e della Technical University of Munich hanno dato vita a una nuova tecnologia, chiamata Probabilistic Constellation Shaping (PCS), che dovrebbe consegnare velocità intorno al Terabit al secondo su fibra ottica. Le tecnologie attualmente utilizzate sulle dorsali di internet si limitano a circa 40/100Gbps, quindi un balzo così consistente potrebbe rappresentare un ottimo spunto per l'evoluzione delle reti in tutto il mondo.

Sono anni che svariati studi propongono soluzioni per raggiungere l'ambito traguardo, tuttavia questa volta pare che le soluzioni scoperte dalle tre realtà siano realmente fattibili e portino vantaggi reali nell'uso tipico di questa tipologia di reti. Nokia Bell Labs sostiene che la sua tecnologia in fibra ottica permetterà di migliorare la distanza e la capacità delle trasmissioni delle reti di operatori e aziende all'interno di situazioni "reali" e variabili sul piano delle condizioni e dei livelli di traffico.

Il segreto della soluzione di Nokia è in una nuova tecnica di modulazione. Invece di utilizzare tutti i punti di costellazione della rete nella stessa maniera, come la fibra tradizionale, PCS dà priorità ai punti con ampiezze più basse che sono meno suscettibili ad eventuale rumore. Questo consente di effettuare trasmissioni di dati a distanze più elevate grazie al fatto che è possibile adattare la velocità di trasmissione per ogni singolo canale. Il risultato è tale da permettere di raggiungere i picchi teorici della connessione in fibra.

"PCS modifica la probabilità con cui i punti di costellazione vengono utilizzati", spiega Nokia all'interno di una nota diffusa alla stampa. "Tradizionalmente tutti i punti della costellazione sono utilizzati con la stessa frequenza. La nostra tecnologia utilizza meno frequentemente i punti di costellazione con ampiezza elevata rispetto a quelli con ampiezza più bassa per trasmettere segnali che in media sono più resistenti al rumore e altri ostacoli. Questo consente che la velocità di trasmissione sia cucita su misura per ogni singolo canale di trasmissione, raggiungendo una portata superiore del 30%".

Nonostante la tecnologia sia stata mostrata all'interno di prove d'uso sul campo è probabile che passeranno anni prima che venga applicata all'interno delle dorsali utilizzate commercialmente. In più PCS può essere utilizzata all'interno di infrastrutture in fibra totalmente cablate (Fiber to the Home ad esempio), ma allo stato attuale non è sfruttabile come dorsale per eventuali reti wireless. Nel corso dei test le compagnie hanno raggiunto velocità da 0,8 a 1Tbps in alcune città tedesche.

sabato 17 settembre 2016

Mercato smartwatch non decolla, spinta da Apple Watch



Nonostante la varietà di dispositivi sul mercato e il crescente numero di applicazioni, orientate soprattutto a fitness e salute, il mercato degli smartwatch non decolla. Lo rileva la società di analisi Idc che per quest'anno prevede una crescita "modesta" del settore. Per il 2016 stima una crescita del 3,9% delle consegne su base annua, per poco più di 20 milioni di unità (nel 2015 sono state 19,4 milioni).

Per quanto riguarda i sistemi operativi quello di Apple è il più diffuso: quest'anno watchOS raggiungerà una quota di mercato del 52,3% con 10 milioni e mezzo di Apple Watch venduti. Proprio il lancio dell'orologio smart della Mela morsicata, un anno fa, ha dato il primo impulso al mercato. E la nuova versione appena svelata, l'Apple Watch Series 2, potrebbe rilanciare il settore anche grazie all'abbassamento dei prezzi dei modelli precedenti.

Al secondo posto tra i sistemi operativi si piazza Android Wear che per Idc sarà la piattaforma con la crescita più veloce di qui al 2020. Sarà la futura spina nel fianco per Apple. Per il 2016 il sistema operativo di Google dovrà accontentarsi del 22,9% del mercato globale. Tizen, il software sviluppato da Samsung, pesa per ora per un 12,7% sul mercato, al terzo posto.

Quanto ai cosiddetti dispositivi indossabili "basic", tipo braccialetti fitness e altri accessori che non supportano applicazioni di terze parti, Idc stima che entro fine anno ne saranno venduti 80,7 milioni. Questo comparto rappresenta quasi l'80% del mercato "wearable" e in futuro perderà quote (con una fetta del 66% nel 2020) a favore dei prodotti "smart" che invece supportano app di terzi (34,1% versus il 21,1% del 2016).

Renzi, sul web serve responsabilità

- FIRENZE - "Snapchat è fantastico: tutto dura 24 ore e sparisce. Poi una ragazza si uccide perché non riesce a cancellare un video dal web... il tema della traccia che lasciamo è un tema importante". Così Matteo Renzi a Wired Next Fest a Firenze, si è riferito anche al caso della giovane donna suicida dopo che un suo video hard circolava in rete. "C'è un mondo che può essere snapchat o quello che condanna a restare sulla rete per sempre. Occorre un' educazione alla responsabilità personale, perché è difficile capire qual è il confine giusto, capire cosa resta e cosa non resta". E questo, ha spiegato Renzi, vale anche per la politica: "Con il modello snapchat se ne vanno le polemiche quotidiane, dall'altra c'è qualcosa che resta. Il fatto che ci sia una legge sui diritti civili è qualcosa che non si cancella".

La tecnologia deve aiutare l’uomo, non creare disoccupazione

Nel sogno illuminista la tecnologia e l’innovazione avrebbero affrancato l’uomo dalle fatiche del lavoro manuale, migliorato il suo tenore di vita e reso i consumi accessibili a tutti. Per il filosofo e scienziato Bertrand Russell l’abbattimento dei tempi di lavoro impiegati per la produzione avrebbe permesso a ognuno di disporre del proprio tempo libero, impiegandolo nell’istruzione e nello sviluppo della propria persona. Già nei primi del Novecento, il filantropo, vincitore del premio Nobel per la letteratura e attivista per la pace, denunciava come si fosse dato vita a un artefatto culto dell’“efficientismo”, forse un antico retaggio dell’etica calvinista, per il quale l’uomo attraverso una totale dedizione al lavoro aveva la sua possibilità di riscatto e di redenzione dal senso di colpa del peccato originario.Più concretamente, un’eredità della struttura sociale del passato, nella quale all’ozio e all’inattività dei proprietari terrieri doveva per forza di cose corrispondere un’operosità e una laboriosità instancabili da parte della classe contadina, alla quale il tempo per “oziare” o riposare non solo non era concesso, ma rappresentava un elemento di biasimo e di vergogna sociale.

Con la rivoluzione industriale, la struttura della società agricola basata sulla proprietà terriera è stata progressivamente destituita. Tuttavia, il concetto di “dovere”, quel principio etico su cui si è basata per millenni la coercizione delle classi dominanti e che ha indotto gli uomini a sacrificarsi per gli interessi dei propri padroni e non per sé, ha resistito a ogni stravolgimento economico e sociale. La diffusione dei macchinari e l’evoluzione della tecnologia hanno consentito di abbattere i tempi di produzione in modo esponenziale.

Osservando il fenomeno dell’impiego lavorativo nell’industria bellica, che distolse una grande fetta della popolazione dalle attività produttive abituali, Russell provò come il livello generale di benessere materiale non solo non diminuì, ma anzi aumentò. Con il progresso tecnologico, quindi, per assicurare il livello generale di produzione di un paese è dunque sufficiente sfruttare una parte della capacità lavorativa totale della società. Un esempio ai nostri giorni lo riscontriamo nella pubblica amministrazione dove, da quando a penne, calamai e macchine da scrivere si sono sostituiti i computer e i sistemi informativi, la mole di lavoro si è ridotta considerevolmente.


Ma purtroppo, il legame atavico con lo schiavismo e lo strumento del dovere non è stato spezzato, ma anzi si è rafforzato, alimentato dal culto di certe dottrine made in Usa, che hanno propagandato il mito del lavoro come riscatto sociale, allontanandolo da ogni legame col “buonsenso” necessario alla pianificazione produttiva nell’economia reale. Così, anziché lavorare tutti e meno, dedicando il tempo libero al sapere e all’istruzione, veri strumenti di liberazione dell’uomo dalla schiavitù, si è giunti al paradosso per cui alcuni lavorano troppo e altri sono disoccupati privi di mezzi di sostentamento.

Le recenti pubblicazioni della società di consulenza Roland Bergerhanno svelato i progressi stupefacenti dei robot, già utilizzati in grande misura in svariati settori, tra cui la sanità, al posto della manodopera umana. Si stima che, nel giro di quattro anni, un automa costerà fino al 40% in meno di un essere umano, senza recriminazioni sindacali né previdenziali, con una perdita di oltre 1,5 milioni di posti di lavoro. Forse è giunto il momento di ripensare alla distribuzione del lavoro e rileggere Russell, prima che sia troppo tardi.

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venerdì 16 settembre 2016

La sfida di Microsoft in scuole e atenei italiani



"Il mondo della tecnologia ha trasformato il modo in cui impariamo: le modalità con cui, come esseri umani, condividiamo informazioni e idee, comunichiamo, collaboriamo. I muri dell'insegnamento si sono espansi al di là della classe, per cui gli studenti imparano ovunque e da un più vasto raggio di fonti". Anthony Salcito Microsoft, convincerebbe anche il più restio dei tradizionalisti sull'importanza dei devices e dei softwares tecnologici di ultima generazione.

Perché oltre all'entusiasmo che le potenzialità della tecnologia gli suscitano, sa bene come i suoi strumenti non sostituiscano la creatività e le competenze dell'uomo ma costituiscono, invece, un'extension della mente e consentono di oltrepassare i limiti della fisicità e del pensiero lineare. Se crediamo che la tecnologia possa depauperare il ruolo degli insegnanti, per Salcito, al contrario, è un importante supporto per la trasmissione di conoscenza.

"La tecnologia - spiega all'ANSA - ha accresciuto il valore e l'importanza di un educatore, che ora ha un potere e un potenziale di navigazione che si proietta verso un più vasto panorama di aspetti educativi per gli studenti". Naturalmente, ha precisato, "la visione dell'insegnante, la sua passione nel motivare gli studenti e la sua capacità di mettere insieme le competenze che aiuteranno i ragazzi a prepararsi per il loro futuro è fondamentale". "Il nostro ruolo - prosegue Anthony Salcito - non è solo quello di informare gli studenti su come usare la tecnologia per realizzare qualcosa in classe ma anche di fornire loro delle competenze che useranno nel corso della loro vita per entrare nel mercato del lavoro".

Da Seattle, Salcito ha portato il suo sguardo sul futuro in Italia, ha stretto accordi con il ministro dell'Istruzione Università e Ricerca Stefania Giannini e con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI). Una sfida che ha l'obiettivo di rendere il nostro Paese un modello in tutta Europa: grazie a un protocollo d'intesa siglato nel maggio del 2015, "sono stati formati al digitale oltre trentamila docenti".

"Una delle cose che mi piace di questo piano è che ha un approccio olistico, - dice il vice presidente Worldwide Education di Microsoft - non è centrato solamente sulla tecnologia ma è realmente focalizzato sulle persone. La tecnologia è grandiosa - spiega - ma in realtà si tratta di persone, studenti, insegnanti, genitori, dirigenti scolastici, e questo è ciò su cui il piano di trasformazione digitale realmente si concentra". "Una delle cose delle quali siamo molto entusiasti - aggiunge - è che il ministro si sia concentrato su oltre ottomila 'ambasciatori digitali' nelle scuole italiane che diventeranno catalizzanti per veicolare il programma dell'iniziativa della trasformazione digitale. Microsoft sta lavorando per costruire gli strumenti e la piattaforma per questi ambasciatori, per far condividere fra di loro le migliori metodologie e idee".

Dalle scuole superiori all'università. In accordo con CRUI, Salcito visiterà undici atenei italiani: "Sono molto contento del tour universitario, perché impareremo molto dagli studenti e dalle facoltà, capiremo le potenzialità di cambiamento, come possiamo rendere la vita di una facoltà più semplice con la tecnologia, come possiamo dare agli studenti strumenti potenti per creare ed esplorare". L'obiettivo è "renderli allineati alle necessità della domanda di lavoro attraverso strumenti e competenze, prepararli a creare lavoro e non solo a "riempire" posti di lavoro". "Credo che seguiremo passo dopo passo le università durante questa trasformazione - conclude Anthony Salcito - sono davvero contento".

Un’emoji della donna con il velo: la richiesta di una 15enne in GermaniaUn’emoji della donna con il velo: la richiesta di una 15enne in Germania


Voglio un'emoji con il velo. La richiesta è arrivata da Rayouf Alhumedhi, ragazza 15enne che si accorta di una particolare carenza tra le faccine che usiamo ogni giorno nelle chat. Ci sono coppie omosessuali e donne sportive, gattini, cagnetti e ogni sorta di pupazzetto ma manca la donna col velo. E forse, presto, potrebbe arrivare. La ragazza di origini saudite residente in Germania se n'è accorta mentre creava un gruppo su Whatsapp con le sue amiche: ognuna aveva scelto un'emoji che la rappresentasse e lei non aveva trovato ciò che voleva. «Le mie amiche che non portano il velo hanno trovato qualcosa», racconta Alhumedhi al Washington Post, «Io invece sono stata costretta a non usare l'emoji di una donna che indossa il velo semplicemente perché non c'è». Dopotutto basta dare un'occhiata al nostro smartphone per vedere che le tante immagini di donne proposte sono tutte a capo scoperto.

L’importanza dell’hijab

La ragazza però non si è arresa all'evidenza. Prima ha scritto alla Apple e poi, più giustamente, si è rivolta all'Unicode Consortium, l'associazione no profit che si occupa della creazione e dell'aggiornamento delle emoji. In un documento di sette pagine spiega dettagliatamente la sua proposta e immagina delle nuove faccine da includere nei prossimi aggiornamenti: una kefiah, un hijab, un foulard e un uomo e una donna che li indossano. «Nell'era digitale, le immagini si sono dimostrate un elemento cruciale nella comunicazione», si legge nel documento, le emoji oggi sono «di forte impatto» e «più utilizzate che mai». La ragazza ha ragione. La prima forma di comunicazione scritta dell'uomo fu il disegno. Poi arrivò la parola, il pensiero complesso e strutturato ma il digitale ci sta portando indietro alle origini. Grazie alle chat le emoji stanno diventando un mezzo espressivo sempre più importante: solo nel 1999, quando sono nate, erano 176, oggi superano quota 1.800 e nel 2015 l'Oxford Dictionary ha perfino eletto la «faccina che piange di gioia» come parola dell'anno. Non è un bene o un male, è un dato di fatto.

Cultura e faccine

«Circa 550 milioni di donne musulmane su questa Terra sono orgogliose di portare l'hijab», si legge ancora nella richiesta per la nuova emoji, «Un numero enorme di persone che non hanno neanche un piccolo spazio sulla tastiera». L'Unicode Consortium è aperto alle richieste degli utenti, tutti possono inviare richieste per nuove immagini e tante battaglie sono state condotte all'interno di quella tastiera colma di disegni. Come il linguaggio, anche la comunicazione visiva evolve per venire incontro alle nuove esigenze sociali, politiche e culturali. Nel tempo abbiamo visto arrivare la scelta del colore della pelle per i personaggi antropomorfi, le emoji di coppie omosessuali e famiglie monogenitore, il revolver trasformarsi in una pistola giocattolo dopo i fatti di sangue statunitensi e, con le olimpiadi di Rio, sono sbarcate tra i tasti anche le donne sportive. Ora però tocca all'hijab.

Non solo religione

Grazie all'email della ragazza, un componente dell'Unicode Consortium si è interessato al caso e i due sono stati affiancati dal cofondatore di Reddit, Alexis Ohanian, e dalla graphic designer Aphelandra Messer che ha realizzato i concept per le nuove emoji. La squadra sembra aver funzionato. La prima email di due pagine inviata da Alhumedhi è diventato un ricco documento di sette pagine, le nuove emoji ora sono in fase di revisione e, se tutto andrà per il verso giusto, a metà del 2017 vedremo la nascita di una kefiah, un hijab e un foulard da applicare su diverse faccine. Come sottolinea la ragazza questa non è solo una conquista per le donne musulmane. «Le donne indossano il foulard come segno di modestia in molte religioni, anche nel cristianesimo e nel giudaismo» si legge nel documento, «Anche le donne con il cancro spesso indossano un foulard. Questa emoji potrebbe essere utile anche per loro».

Da Tokyo a Roma, in coda per l'iPhone 7

Da Tokyo a Roma, file in 30 paesi del mondo per l'iPhone 7. Favoriti gli utenti che hanno comprato il melafonino ai pre-ordini e che sono riusciti ad accaparrarsi il modello più richiesto, l'iPhone 7 Plus, con schermo più grande, e nel colore Jet Black, le cui scorte sono già esaurite e si parla di una disponibilità a novembre.

"A partire da venerdì, quantità limitate di iPhone 7 in argento, oro, oro rosa e nero opaco saranno a disposizione dei clienti che si recano nei negozi Apple", ha spiegato Cupertino nelle scorse ore. "Durante il periodo dei preordini online, le quantità iniziali di iPhone 7 Plus in tutte le finiture, e di iPhone 7 in Jet Black, sono esaurite, e non saranno disponibili nei negozi".

A Roma, più di una sessantina di fan della Mela morsicata hanno atteso sin dall'alba l'apertura straordinaria delle 8,00 dell'Apple Store di Porta di Roma per la consegna del nuovo iPhone 7, riservata ai preordini. Alcuni erano in attesa sin da ieri e avevano trascorso la notte nelle auto del parcheggio, attrezzati con coperte e sacchi a pelo. Alle persone in coda, per lo più giovani o giovanissimi, questa mattina la Apple ha offerto caffé, cornetti e acqua. I primi ad entrare nello Store sono stati accolti dalla tradizionale 'ola' e dagli applausi dello staff.

Grande entusiasmo tra i primi usciti col nuovo melafonino che avevano preordinato nei giorni scorsi. Un po' di delusione invece tra coloro che non avevano preordinato il melafonino ma si erano fatti la fila lo stesso: si sono dovuti accontentare di ordinare i modelli dell'iPhone 7 e iPhone 7 Plus gia' esauriti, come i nuovi colori 'Jet Black' e 'Black', che potranno tornare a ritirare solo intorno a novembre.

Tra poche ore ore apriranno anche gli Apple Store degli Stati Uniti, forse il debutto più atteso per Cupertino.

L'azienda sta per chiudere un anno difficile, stretta tra il caso-privacy dello sblocco dell'iPhone del killer di San Berardino, le richieste europee sul fisco e il calo delle vendite degli iPhone, il suo prodotto di punta.

Wifi gratis per tutti entro il 2020: la proposta della commissione Ue

Quattro anni per dare la possibilità a tutti i cittadini europei, nelle grandi città ma anche nei centri abitati minori, di essere connessi. È una delle proposte contenute nel maxi-pacchetto presentato dalla Commissione Ue a Strasburgo. L’obiettivo, come annunciato dal presidente Jean-Claude Juncker, è creare hotspot gratuiti nei principali spazi pubblici dei centri urbani entro il 2020. Il nome del nuovo wifi transnazionale sarà «wifi4eu» e risponde alla convinzione che le tecnologie digitali stiano «invadendo ogni aspetto della vita e chiunque deve avere la possibilità di connettersi, a prescindere da dove viva o quanto guadagni» ha detto Juncker nel suo discorso. Non solo: la Commissione vuole che anche tutte le famiglie, sia in città che nelle zone isolate, siano connesse ad almeno 100Mbps migliorabili a Gbps. Un secondo obiettivo della proposta prevede un piano di sviluppo - partirà nel 2018 - per equipaggiare almeno una città per ogni Paese dell’Unione della rete 5G ad altissima velocità con la stessa timeline.

La proposta

Per portare il wifi pubblico in tutta Europa verranno investiti 120 milioni di euro. Mentre i costi per l’installazione degli hotspot e per la manutenzione del servizio sarà addebitata ai singoli enti locali. Per quanto riguarda il 5G, quella del 2020 è solo la prima tappa. La Commissione vuole una piena diffusione della rete ultraveloce entro il 2025, dalle stazioni ferroviarie alle principali strade di tutte le città europee. Si prevede una crescita potenziale del pil Ue di 910 miliardi e la creazione di 1,3 milioni di posti di lavoro. Solo il 5G potrebbe crearne 2 milioni.

Roaming gratuito da rivedere

La Commissione aveva anche presentato una bozza di regolamento per l’abolizione delle tariffe di roaming entro il 2017: l’obiettivo era l’abolizione dei sovrapprezzi per tutti i cittadini che si recano all’estero con un limite di 90 giorni. Avrebbe coperto il 99% dei viaggi degli europei, così come quella dei lavoratori e degli studenti trasnfrontalieri. Ma non ha soddisfatto Juncker e la proposta è stata rinviata con l’idea di definire nuove regole. Rimane comunque fissata la data di giugno 2017 per lo stop alle tariffe roaming.

giovedì 15 settembre 2016

I robot ci ruberanno il 6% dei posti di lavoro entro 5 anni

I robot sostituiranno il 6% di tutte le occupazioni americane entro il 2021, stando al nuovo report di Forrester pubblicato da Bryan Hopkins, e pare che il loro arrivo sia inarrestabile.

Molte società tecnologiche stanno puntando massicciamente sull'intelligenza artificiale, e nello specifico su particolari tipi di algoritmi "auto-apprendenti" che possono compiere delle scelte sulla base delle attività pregresse. Si tratta di algoritmi che diventano sempre più affidabili e precisi nel corso del tempo senza che nessuno sviluppatore o tecnico debba interagire in alcun modo. Algoritmi che società come Google, Facebook, Microsoft e Apple utilizzano ormai da tempo in maniera proficua, ma che potrebbero avere effetti devastanti nel mondo del lavoro già nei prossimi anni.

In molti casi l'IA è molto più efficiente ed efficace di un essere umano. Un concetto semplice, quanto difficile da digerire. L'acquisto di un "robot", ovvero di un sistema automatizzato, include una spesa iniziale più cospicua ma nel corso del tempo è certamente più economico da mantenere rispetto a un dipendente. In più, per molti incarichi l'IA è decisamente più efficace: in alcuni ambiti un singolo algoritmo può svolgere gli incarichi di decine di dipendenti contemporaneamente e in maniera decisamente più rapida. Secondo Forrester vivremo unarivoluzione nel mondo economico.

"Entro il 2021 avrà inizio un maremoto dirompente", sono state le parole con cui Hopkins ha presentato il report. "Le soluzioni basate sull'intelligenza artificiale e le tecnologie cognitive sostituiranno i posti di lavoro, e il maggiore impatto si verificherà nei settori del trasporto, della logistica, dei servizi ai clienti". Ha un ruolo determinante in questo "maremoto" l'arrivo delle auto a guida autonoma, dove i conducenti saranno comunemente sostituiti da camion, autobus e mezzi in genere a guida autonoma. Nel campo dei servizi ai clienti, l'IA è già oggi una realtà.

"Il sei percento è un numero enorme", ha dichiarato l'ex-presidente di Service Employees International Union Andy Stern al Guardian. "In un'economia che già oggi non aiuta a creare posti di lavoro a tempo pieno si andrà ulteriormente a peggiorare la possibilità di trovare un nuovo impiego. Avremo così molta più gente che avrà difficoltà a trovare lavoro perché la stessa tendenza avverrà anche in quelle aree storicamente più ricche di possibilità come quelle bancarie, retail e mediche".

Nel lungo termine potrebbero esserci comunque dei risvolti positivi: verranno indubbiamente rivalutate (anche nel compenso) alcune professioni che oggi non hanno grande importanza, mentre i creativi difficilmente verranno sostituiti da una macchina. Tuttavia ci sarà un discreto scompiglio soprattutto nei periodi iniziali, quando molti professionisti che hanno impiegato una vita per costruirsi un futuro si troveranno contrastati, senza troppe tutele, da un algoritmo più preparato, affidabile ed efficiente.

Anche Bill Gates parla da anni della "software automation", e piuttosto che ignorarla o temerla sarebbe meglio considerarla e trovare qualche soluzione per rendere la transizione meno traumatica.

iPhone: funziona meglio nella mano destra

Usato a destra, lo smartphone di Apple garantisce chiamate migliori: dipende dalla posizione (non esattamente nota) dell'antenna che invia e riceve i segnali radio.
Il setup allestito per l'esperimento: orecchio destro, orecchio sinistro, mano soltanto (per la trasmissione dati).

Mentre il mondo salutava l'uscita dell'iPhone 7 è stata diffusa una notizia curiosa per chi ha in tasca uno smartphone di Apple. L'iPhone funziona meglio se tenuto con la mano destra e accostato all'orecchio dello stesso lato. Lo si apprende da un'indagine commissionata all'Università di Aalborg dal Nordic Council of Ministers, un organismo politico di cooperazione tra paesi del Nord Europa.

Facebook festeggia i 10 anni del News Feed

Nel settembre del 2006 Facebook pubblicava la prima versione del News Feed, l'algoritmo che decide che cosa farci vedere ogni volta che entriamo sul social network di Mark Zuckerberg. Ecco come funziona.


10 anni fa, nel settembre del 2006, Facebook rivoluzionava il nostro modo di comunicare e interagire digitalmente con i nostri contatti pubblicando la prima versione del News Feed, l’algoritmo che decide cosa farci vedere ogni volta che accediamo alle pagine del social network.

Nelle intenzioni degli ingegneri di Zuckerberg il News Feed (in italiano, la sezione Notizie) dovrebbe mostrarci i contenuti per noi più rilevanti pubblicati dai nostri amici, dalle pagine che seguiamo e anche dagliinserzionisti pubblicitari.

A CIASCUNO IL SUO FEED. Ma in base a che cosa il cervellone di Facebook decide che cosa è importante per noi? I dettagli sul funzionamento di News Feed, ovviamente, non sono noti, ma secondo quanto pubblicato dall’azienda l’algoritmo sceglie che cosa mostrarci in base a una combinazione di diversi criteri quali il nostro rapporto con la pagina o la persona che ha postato quel contenuto, il tipo di post (foto, video, ecc) e le nostre precedenti iterazioni con quel tipo di messaggio, la data di pubblicazione e il numero di iterazioni complessive accumulate da quel contenuto.

Ciò significa che se interagiamo spesso con le foto di alcuni nostri amici in particolare, per esempio commentando, mettendo like ecc, vedremo i loro post prima di quelli pubblicati dei contatti con i quali abbiamo poco a che fare.

Se commentiamo spesso i contenuti pubblicati da Focus su Facebook, li vedremo quindi molto in alto sul nostro News Feed (questo ovviamente è un invito a farlo).

Ogni tanto Facebook modifica l'algoritmo che sovraintende al funzionamento del News Feed. Una delle modifiche più recenti, per esempio, ha "punito" i post ingannevoli o che hanno dei titoli che omettono appositamente delle informazioni cruciali per spingere gli utenti a cliccare sul link (tecnicamente questa tecnica si chiamaclickbait ed è particolarmente fastidiosa)

LA MIA PUBBLICITÀ. Un po' diverso il discorso per ciò che riguarda le inserzioni pubblicitarie, che ci vengono mostrate in base a specifici criteri di profilazione elaborati dagli algoritmi di Facebook.

Se per esempio seguiamo pagine e gruppi dedicati alla corsa, pubblichiamo post a contenuto sportivo, abbiamo collegato il nostro profilo Facebook con app come Runtastic, Strava o RunKeeper, vedremo molto spesso pubblicità di prodotti come integratori, abbigliamento sportivo, attrezzature per il running.

IL FEED È MIO E LO GESTISCO IO. All’inizio della sua storia il News Feed non raccolse molti consensi: per questo motivo Facebook decise di renderlo personalizzabile in base alle preferenze di ciascun utente.

Entrando nelle impostazioni del social network è infatti possibile disabilitarlo quasi completamente scegliendo di visualizzare i post dei nostri contatti in rigoroso ordine cronologico, ma anche scegliere di non visualizzare più gli aggiornamenti di certe pagine o persone, certi tipi di contenuto e gli annunci pubblicitari di specifici inserzionisti.
Per le pagine, come quella di Focus, è possibile per esempio cambiare le impostazioni, in modo da non perdere nessuno dei nostri post. Basta seguire i passi (1 e 2) segnati in questa immagine, una volta sulla pagina Facebook di Focus. Farlo da cellulare, con l'App di Facebook, è un po' più complicato.

IL NEWS FEED IN NUMERI. Su Facebbok ci sono più di 1,7 miliardi di persone e ciascuno di essi ha il proprio News Feed. Mediamente una persona potrebbe visualizzare circa 2.000 storie nel proprio News Feed ma in realtà ne vede solo 200.

«Lavoriamo costantemente per migliorare il News Feed, e assicurarci che le persone sappiano come funziona e quali controlli hanno a disposizione» spiega l'azienda. Che per l'occasione ha tradotto anche in italiano la pagina newsfeed.fb.com dove sono disponibili tutte le informazioni su come utilizzare e gestire questa funzionalità.

mercoledì 14 settembre 2016

Boom di ordini per l’iPhone7, Apple scatta a Wall Street

Non sarà rivoluzionario, come hanno scritto critici e recensori, ma qualche record l’ha già battuto. L’iPhone7 e la sua versione «allargata» iPhone7 Plus, stando alle prime compagnie telefoniche che hanno riportato i pre-ordini, è già in vetta alle classifiche: T-Mobile US e Sprint hanno fatto spere che le loro vendite viaggiano al momento a nuovi massimi storici. Statistiche precise o sicure ancora latitano. E Appleha scelto questa volta il silenzio sulle «prenotazioni» mentre il debutto tra i consumatori dell'ultimo modello avverrà davvero soltanto venerdì. Ma quanto trapelato dai carriers è bastato a Wall Street per dare intanto lei nuovi numeri senza attendere oltre: in una giornata altrimenti nera, con gli indici schiacciati da petrolio e incognite politiche, ha promosso il titolo dell'azienda di Cupertino, che si è nettamente distinto dalla media. Ha guadagnato nel pomeriggio il 2,5%, spingendo la capitalizzazione di mercato del gruppo, leader in Borsa, a circa 582 miliardi di dollari.
Anche perché le aspettative di successo tra gli analisti e gli investitori sull’ultima incarnazione del prodotto di punta dell’azienda guidata da Tim Cook - dotato di auricolari wireless, maggior potenza, miglior batteria e camera, resistenza all’acqua - apparivano alla vigilia assai più modeste, prigioniere semmai di dubbi sulla difficoltà di innovare ancora a sufficienza. E, se i dati in anteprima verranno confermati dalle vendite ufficiali, potrebbero invece venire presto smentite.
Una sorpresa che sarebbe la benvenuta per Apple: l’iPhone tuttora garantisce oltre due terzi del fatturato e buona parte dei profitti dell'intera azienda. Ma è reduce da frenate globali che avevano preoccupato nel bilancio degli ultimi trimestri. Una traiettoria che aveva premuto sulle stesse quotazioni, in calo nell'ultimo anno. Dalla presentazione del nuovo iPhone, mercoledì scorso, fino a ieri erano scese di un ulteriore 2,1 per cento.Ma T-Mobile US ha adesso reso noto che la prima giornata a disposizione per richiedere gli iPhone7, il 9 settembre, è stata senza paralleli nella storia degli smartphone venduti sul mercato statunitense dal carrier. «È stato un inizio davvero molto forte», ha dichiarato il chief executive della società wireless John Legere. Sprint non è stata da meno: le prime tre giornate di pre-ordini dei nuovi gadget, ha fatto sapere, hanno messo a segno impennate del 375% rispetto al medesimo periodo dell'anno scorso, con il precedente modello di iPhone. Non manca qualche cautela. AT&T e Verizon, i due maggiori carriers statunitensi, non hanno sollevato il sipario sull’andamento. E i pre-ordini, hanno commentato gli analisti di Stifel, potrebbero essere anzitutto il risultato «dell’espansione della base di utenti di iPhone avvenuta negli ultimi anni».

Android, vulnerabilità di fine estate



Roma - Il mondo Android ripropone, in occasione del bollettino e aggiornamento di sicurezza mensile prodotto da Google, la stessa sceneggiatura già vista nel recente passato. Nuove vulnerabilità critiche, con patch pronte nel ramo AOSP e negli aggiornamenti over-the-air inviati ai Nexus, ma delle quali non gioveranno la quasi totalità dei dispositivi in circolazione. I due bug di sicurezza sono indicizzati come CVE 2016-3861 e 2016-3862.


La prima vulnerabilità è stata scoperta da Mark Brand del team di Google Project Zero, che ne ha esposto i dettagli sul blog ufficiale. La ragione per l'assegnazione del livello "critico" al problema è una combinazione tra la facilità con cui è possibile scovare la vulnerabilità (a posteriori ci si è accorti che la porzione di codice incriminato era stata individuata già da un anno) e il numero molto alto di possibili vettori (sottosistemi che vanno ad eseguire quella code path). Il bug consente l'esecuzione di codice da remoto e di assumere livelli di privilegio equivalenti a quelli di codice di sistema, potenzialmente anche privilegi di root. Google e i ricercatori hanno opinioni diverse su quanto sia concreta la possibilità che il bug venga sfruttato, ma tutti sono unanimi nel considerare "molto seria" la vulnerabilità.


Il secondo problema è stato invece scoperto e segnalato a Google da Tim Strazzere di SentinelOne e costituisce una nuova Stagefright, una delle prime vulnerabilità Android su vasta scala che sfruttava uno dei componenti più vulnerabili del sistema: il media server. CVE 2016-3862 consente l'esecuzione di code javascript embeddato all'interno di metadati EXIF associati a immagini JPEG appositamente prodotte dall'attaccante. Il livello critico assegnato è dovuto al fatto che non è necessario un click da parte dell'utente perché avvenga l'infezione, è sufficiente il download del file malevolo. A quel punto il codice ha gli stessi privilegi dell'applicazione che ha scaricato l'immagine ed eseguito la chiamata alla libreria stagefright. Secondo Strazzere, Google sta finalmente risolvendo il problema alla radice riscrivendo la libreria da C a Java e ritiene che pertanto "ci saranno sicuramente ancora bug in futuro, ma non più così critici".Appena un mese fa Google si è mostrata poco preoccupata di queste vulnerabilità critiche e fiduciosa di poter impedire, grazie alle scansioni di massa lato Play Store, che codice malevolo capace di sfruttarle possa mai ad essere eseguito anche su device vulnerabili. Gli scopritori di Quadrooter, l'azienda di sicurezza Checkpoint, ha però pubblicato nelle ultime due settimane due report relativi a due malware battezzati DressCode e Calljam che svelano come questo ultimo strato di difesa sia capace di fallire clamorosamente: ben 40 applicazioni, per un totale di 2,5 milioni di download da aprile a oggi, sono risultate infettate. Chi le ha installate è stato principalmente sfruttato per generare click fraudolenti a favore di annunci pubblicitari (DressCode), ma anche chiamate verso numerazioni a sovrapprezzo (Calljam). In quest'ultimo caso era però necessaria una conferma da parte dell'utente alla richiesta dei permessi necessari da parte dell'app. Tutte le applicazioni riportate da Checkpoint (l'elenco completo è disponibile nei report) risultano ad oggi rimosse dal Google Play Store.

Microsoft, l'ultimo Patch Tuesday

Redmond avvia la distribuzione del corposo martedì di patch settembrino, mentre per il prossimo futuro si prospettano cambiamenti importanti per le modalità di somministrazione degli update. Gli admin già fanno salti di gioia

Roma - Il Patch Tuesday di settembre 2016 arriva puntuale come ogni martedì del mese, portando in dote 14 aggiornamenti per i vari software Microsoft e i componenti dell'ecosistema Windows. Particolare attenzione, questa volta, va riservata al numero molto alto di falle critiche, così come ai piani già annunciati da Redmond per l'arrivo degli update nel prossimo futuro.
Il sommario delle patch Microsoft per settembre 2016 include 14 bollettini di sicurezza, 7 classificati con livello di pericolosità "critico" - tutti riguardanti la possibile esecuzione di codice malevolo da remoto - e 7 "importanti", mentre il numero totale delle vulnerabilità di sicurezza augurabilmente corrette dai bollettini ammonta a 47.
Come da tradizione, Microsoft non si fa mancare niente dispensando patch cumulative perInternet Explorer e il browser di "nuova generazione" Edge, l'engine Detours di Office che risulta "bacato" da ben 10 anni (CVE-2016-0137), varie sforacchiature nel kernel di Windows, su Exchange Server, la API GDI, la tecnologia OLE Automation - un metodo di comunicazione adottato nell'engine VBScript - il plug-in Silverlight e altro ancora.Il sommario delle patch di settembre 2016 include anche la patch mensile per Flash Player, un cerotto che Adobe aveva già distribuito di suo - su OS Windows, OS X e per la prima volta dopo quattro anni anche su OS Linux - e che si accompagna agli aggiornamenti per Digital Editions e l'SDK della piattaforma AIR.
Il nuovo Patch Tuesday è l'ultima occasione in cui Microsoft distribuirà le singole patch in forma individuale, visto che la corporation ha già annunciato di voler accorpare tutti gli update per gli OS meno recenti in aggiornamenti cumulativi dispensati con cadenza mensile. Agli amministratori di sistema non verrà più concessa la possibilità di testare un update alla volta alla ricerca di eventuali incompatibilità, e le lamentele già si levano alte sui rischi che tale decisione comporti sul fronte della sicurezza, della stabilità dei sistemi o della salute degli stessi business aziendali.

Google riporta in vita i dinosauri con un clic Con Google Arts & Culture entriamo nei maggiori musei di storia naturale del mondo.


La storia naturale adesso è a portata di clic: Google ha lanciato il progetto Storia Naturale che permette di visitare virtualmente migliaia di reperti, dai dinosauri agli antenati dell'uomo.
Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione con oltre 50 delle maggiori istituzioni mondiali che si occupano di storia naturale, creando un archivio che comprende oltre 150 storie interattive raccontate da esperti, 300.000 foto e video, e 30 tour virtuali.

Tra i reperti che si possono visualizzare nei tour ci sono ilRhomaleosaurusdel Musero di Storia Naturale di Londra, informalmente noto come«il T-Rex dei mari», e ilGiraffatitandel Museo di Storia Naturale di Berlino, che poteva raggiungere un'altezza di 13 metri.
Ogni animale è stato ricreato con l'aiuto di un team di paleontologi e biologi per riprodurre ogni aspetto conformemente a quanto affermano le più solide ricostruzioni elaborate dagli scienziati.